A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso articolo abbiamo analizzato la cascina Campazzo dal punto di vista storico, architettonico ed artistico; ora parleremo brevemente del suo significato agricolo e ambientale.
La Cascina Campazzo e il territorio agricolo circostante, come detto, sono un esempio significativo di un’agricoltura che si è sviluppata nei secoli, partendo dagli Umiliati e dalle marcite, con l’allevamento dei bovini e la produzione di latte.
Questa produzione è ancora attiva, nonostante i noti problemi di accessibilità agli edifici dovuta ad una serie di procedure burocratiche che poco hanno a che spartire con l'agricoltura..
Nell'intento di preservare all'interno del territorio comunale un'area con queste caratteristiche originarie, un gruppo di abitanti dei quartieri circostanti e gli agricoltori stessi si sono raccolti in una associazione, proponendo e cercando di anticipare, già nella realtà, la creazione di un parco che l'Amministrazione aveva pianificato alla fine degli Anni '80 e che ha definitivamente deliberato nell'ottobre del 2000.
In forza di tale progetto, a poco più di di tre chilometri dal Duomo di Milano dovrebbe sorgere il Parco Agricolo del Ticinello, interessante esempio di integrazione fra ambiente, agricoltura e spazi per il tempo libero e la didattica, in cui ricadrebbe oltre alla cascina Campazzo anche la Campazzino (di cui sul numero di novembre avete letto un possibile progetto di recupero elaborato in quest’ottica).
Il parco, in termini di verde, avrebbe una superficie di 800.000 metri quadri, risultando così al terzo posto per estensione tra tutti i parchi milanesi; oltre quindi ad essere testimonianza del mondo agricolo, il Parco Ticinello si proporrebbe come un utile polmone verde che offrirebbe il suo importante contributo di ossigeno a una vasta zona della città, con aree ed attrezzature accessibili sia dall'interno che dall'esterno.
Il condizionale è d’obbligo, specialmente per chi ha seguito le vicende della cascina e del Parco negli ultimi decenni;
Per il momento si può però dire che l’attività sociale nella cascina e nel suo territorio non si è di fatto mai fermata; nella cappella-oratorio, infatti, si sono susseguite numerose iniziative culturali e nel prato antistante l’ingresso principale si sono svolte parecchie manifestazioni, con particolare attenzione alla didattica; la cascina inoltre funge come punto informativo per il Parco Agricolo Sud.e come sede per l’associazione Parco Ticinello, ricavata nell’edificio sud del complesso.
Dal punto di vista agricolo, nei campi sì coltivano mais e frumento; diverse foraggere garantiscono poi l’alimentazione del bestiame: si allevano così, all’aperto, le vacche da latte, con una presenza di circa 130 capi che, tramite le sale di mungitura, producono una gran quantità di latte. Questo latte può essere acquistato nella cascina, appena munto, grazie a un distributore automatico attivo dalle 7 di mattino fino alle 21,30. Il latte. refrigerato subito dopo munto, può esser consumato senza essere bollito; è così possibile andare in cascina con un proprio recipiente, come si usava una volta, e portarsi a casa il latte fresco.
All’interno di un piccolo edificio, preceduto da un portico, vi è infine l’antico forno del pane di epoca settecentesca, recuperato e restituito alla sua funzione originaria dopo circa 70 anni di inattività. Il forno e il locale che lo ospita mantengono la loro tipologia originale con struttura in mattoni pieni, tetto in coppi e travi in legno. La superficie interna del forno ha una forma ellittica e permette la cottura del pane e degli alimenti per decine di persone; una volta ristrutturato, ha ripreso la sua funzione finalizzata anche alla socializzazione e alla didattica.